Castello di Popola

Le costruzioni, distruzioni, ricostruzioni le stesse pietre usate e riusate, fanno del luogo un teatro della storia e lo rendono, ancora oggi, un sito di particolare interesse.

Location

Castello di Popola

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Durata

2000 - 2017

Castello di Popola
Castello di Popola

Obiettivi

Recupero e la valorizzazione dell’intero complesso, gravemente danneggiato dal terremoto del 1987, e formazione di figure professionali da impiegare nel restauro architettonico.

Descrizione

Il castello di Popola sorge lungo la storica “via della Spina” già dall’età del bronzo importante collegamento viario, tra l’area adriatica e quella tirrenica; (si aggiunge percorrendo il raccordo Autostradale E 45, uscita di Foligno, e seguire le indicazioni per Colfiorito).

Originariamente era chiamato “castrum Populi”, la sua costruzione risale all’anno 1264 quando fu fatto edificare, probabilmente, sul sito di un più vecchio castrum dagli abitanti di Foligno.

Affacciata su una delle conche carsiche di Colfiorito, il sito di Popola costituisce tuttora un importante valico appenninico. Posto ideale per il controllo del territorio circostante, fu fin dall’antichità conteso tra le popolazioni delle zone confinanti. Si suppone che in origine fosse, uno dei numerosi insediamenti montani – detti castellieri – che caratterizzarono fin dall’epoca protostorica l’area centro appenninica. Tali fortificazioni in pietra costruite in zone di altura a guardia del territorio, erano composte da capanne e recinti, per fornire in caso di necessità un rifugio sicuro per la popolazione e per il bestiame. Emergenze archeologiche, come fibule, fusaiole, avori, anfore, oggetti domestici, elmi, corazze e frammenti di ossa di uomini e cavalli, rinvenute, in occasione dei saggi di scavo, nei dintorni del castello confermerebbero tale ipotesi. In epoca romana questa genere di insediamento fu sostituita dai castra o castella, strutture tipologicamente diverse ma sempre con funzione difensiva e di controllo. Il 26 giugno del 217 a.C. la pianura tra Popola e Cesi, detta Valletta di San Marino, fu scenario dello scontro tra Annibale e il generale Centennio, la lotta terminò con l’annientamento dell’esercito romano. In seguito, i continui conflitti tra gli abitanti di Popola e quelli della vicina Cesi, per la spartizione territoriale, costrinsero ben quattro cardinali ad intervenire per pianificare la situazione. La pacificazione fu sancita nel 1600 con la costruzione di una cappella dedicata alla Madonna della Concordia.

castello o rocca di Popola fu costruito sotto gli auspici di Urbano IV dal Comune di Foligno negli anni 1262-64 per proteggere il confine settentrionale del suo territorio oltre che per contrastare la formazione di una comunanza montana autonoma. Si pensa che per la costruzione del Castrum furono utilizzate pietre provenienti dalla vicina Plestia, città romana del sec. IV a.C. in rovina. Un tempo luogo di culto e sede di un santuario, che fu originariamente meta di pellegrinaggi in onore della Dea Cupra e poi, in epoca paleocristiana, della Madonna. Appartenuto dapprima ad Ugolino Trinci, fu poi concesso come feudo da papa Pio VI alla nobile famiglia Barugi. Nel settembre del 1382 Luigi I d’Angiò e Amedeo VI di Savoia alla guida dell’esercito francese, dopo essere passati a Muccia, si diressero verso il castello di Popola che aveva la funzione di difendere il confine settentrionale del Comune di Foligno. A seguito della “marcia”, illustrata ampliamente in un saggio da Bernardino Feliceangeli, il castello fu restaurato dalla famiglia dei Barugi che consolidarono le mura castellane e ricostruirono la torre poligonale come simbolo di prestigio e potenza. Tale avvenimento è tuttora ricordato in un’iscrizione lapidea posta sopra la porta d’ingresso al castello.

Con l'estinzione della famiglia Barugi la proprietà del castello passò lla congregazione della Carità di Foligno, la quale adibì le case interne alla rocca a colonia estiva per la villeggiatura degli orfani. Il centro di Popola è costituito dal castello duecentesco e dal borgo medievale, nel suo complesso è stato definito “un bene storico, architettonico e urbanistico di alto pregio”. Ed è per questo che l’intervento di ricostruzione e di restauro avviato della Scuola Edile di Perugia è di fondamentale importanza per la rinascita del monumento. La rocca, anche se pesantemente danneggiata, presenta quasi completamente intatta la cinta muraria e la porta d’accesso, mentre la torre pentagonale è l’unica superstite delle quattro originariamente esistenti. All’interno del perimetro murario è inoltre visibile il Palazzo che fu un giorno dimora dei Barugi; la cui presenza, con i vasti saloni, i granai, le lavanderie e i trabocchetti, testimonia ancora oggi la grandezza di un tempo. La piccola chiesa dedicata all’Assunta, adibita a sacrestia dell’attuale chiesa, conserva un affresco del XV sec. raffigurante Gesù in croce tra San Giovanni e la Madonna.